Piaggio Boxer: La Storia di un Ciclomotore Iconico

Il Boxer si caratterizzava per la sua semplicità costruttiva e la facilità di manutenzione, rendendolo un mezzo pratico e duraturo, ancora oggi ricordato con affetto da molti appassionati di veicoli d’epoca





Il Piaggio Boxer è un ciclomotore prodotto dalla casa italiana Piaggio, noto per essere uno dei modelli che hanno affiancato il celebre “Ciao” nella gamma degli anni ‘70 e ‘80. Fu progettato dal team interno di Piaggio, sotto la supervisione degli ingegneri dell’azienda, anche se non viene attribuito a un singolo progettista specifico come nel caso della Vespa con Corradino D’Ascanio. Il Boxer nacque dall’esigenza di offrire un mezzo semplice, robusto e accessibile, pensato per un pubblico giovane e per l’uso quotidiano, in un periodo in cui i ciclomotori stavano diventando sempre più popolari in Italia.


Il Boxer fu presentato nel 1970, con la prima serie prodotta tra il 1970 e il 1972. Successivamente, nel 1972, fu lanciata la seconda serie, chiamata Boxer 2, che rimase in produzione fino al 1983. Il debutto avvenne in un contesto di grande fermento per Piaggio, che stava espandendo la sua offerta di veicoli a due ruote leggeri per rispondere alla crescente domanda di mobilità economica post-boom economico.

Il Boxer ricevette un’accoglienza positiva, soprattutto tra i giovani e gli utenti alla ricerca di un mezzo pratico e affidabile. Pur non raggiungendo la fama iconica della Vespa o del Ciao, si ritagliò una nicchia di mercato grazie alla sua semplicità e al costo contenuto. La prima serie, con il suo design essenziale e il serbatoio sotto la sella, fu apprezzata per l’originalità, anche se alcuni utenti trovarono la sospensione anteriore a “biscottino” (nelle rare versioni B1M) meno stabile rispetto alla forcella telescopica adottata nella maggior parte dei modelli. Il Boxer 2, con aggiornamenti estetici e tecnici come le ruote da 17 pollici e un telaio rivisto, consolidò ulteriormente il suo appeal, mantenendo una buona diffusione fino alla fine della produzione.

Il Piaggio Boxer si distingueva per alcune peculiarità tecniche:

  • Motore: Monocilindrico a due tempi da 50 cc, disponibile in due configurazioni di trasmissione:
    • B2V: Con variatore di velocità a pulegge espansibili e frizione automatica centrifuga, per migliori prestazioni in partenza e salita.
    • B1M e B3M: Con frizione centrifuga e puleggia finale, più semplice ed economica.
  • Serbatoio: Nella prima serie, era integrato sotto la sella (in plastica), una soluzione innovativa per l’epoca; il Boxer 2 mantenne questa caratteristica ma con un design aggiornato.
  • Telaio: Struttura in acciaio, con la prima serie dotata di ruote da 18 pollici e la seconda da 17 pollici.
  • Sospensioni: La prima serie offriva una sospensione anteriore a “biscottino” (rara) o telescopica (più comune), mentre la seconda adottò solo la forcella telescopica.
  • Sella: Monoposto di serie, con opzione per una sella lunga su richiesta nella prima serie.
  • Peso: Leggero e maneggevole, ideale per un ciclomotore da città.
  • Velocità massima: Limitata a 40-45 km/h, in linea con la normativa italiana per i ciclomotori dell’epoca.

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