Il sistema di fondazioni di Venezia è un equilibrio tra ingegnosità umana e adattamento alla natura: i pali di legno, il caranto e la piattaforma lavorano insieme per trasformare un terreno instabile in una base solida, permettendo alla città di emergere dalla laguna come un gioiello unico al mondo.
La laguna di Venezia è un ambiente paludoso, con un fondo molle composto principalmente da fango, limo e argilla. Questo terreno soffice non offre una base solida per costruire edifici in muratura, che sono pesanti. Inoltre, la laguna è soggetta a maree e a un lento sprofondamento naturale (subsidenza). I veneziani dovevano quindi trovare un modo per stabilizzare le costruzioni su un terreno apparentemente inadatto.
I pali di legno
Il cuore del sistema sono i pali di legno. Si tratta di tronchi di alberi come ontano, quercia o larice, scelti per la loro resistenza e disponibilità. Questi pali, lunghi tra i 2 e i 10 metri (a volte anche di più, a seconda della profondità del terreno), venivano tagliati, privati della corteccia e poi conficcati verticalmente nel fondo della laguna. Venivano piantati manualmente o con l’ausilio di pesi, uno accanto all’altro, in modo da creare una sorta di “foresta sommersa” di pali.
• Quantità impressionante: Per un singolo edificio di medie dimensioni potevano servire centinaia o migliaia di pali. Si stima che sotto Venezia ci siano milioni di questi tronchi.
• Profondità variabile: I pali venivano infissi fino a raggiungere uno strato più duro e compatto, il “caranto”, una formazione di argilla calcarea che si trova a diversi metri di profondità. Questo strato offre una maggiore resistenza e stabilità.
Il ruolo dell’ambiente anaerobico
Una volta conficcati nel fango della laguna, i pali si trovavano in un ambiente privo di ossigeno, grazie alla saturazione d’acqua e alla mancanza di circolazione d’aria. In queste condizioni, i microrganismi che causano la decomposizione del legno non possono prosperare. Inoltre, l’acqua salmastra della laguna ha favorito un processo di mineralizzazione: i sali e i minerali presenti nell’acqua sono penetrati nel legno, rendendolo ancora più duro e resistente nel tempo. Questo è il motivo per cui i pali, dopo secoli, sono ancora in buone condizioni.
La piattaforma di base
Sopra i pali veniva costruita una piattaforma orizzontale:
• Strati di legno: Si posavano tavole o travi di legno perpendicolari ai pali, creando una sorta di “griglia” solida.
• Pietra o mattoni: Sopra il legno si aggiungeva uno strato di pietra (spesso istriana, impermeabile e resistente all’acqua salata) o mattoni, che fungeva da vera e propria fondazione per l’edificio.
Questa piattaforma distribuiva il peso dell’edificio su un’area più ampia, riducendo la pressione sui singoli pali e sul terreno sottostante.
Flessibilità e adattamento
Un aspetto geniale di questo sistema è la sua flessibilità. Il terreno della laguna non è perfettamente stabile: si muove leggermente con le maree e la subsidenza. I pali di legno, essendo elastici, si adattano a questi micromovimenti senza spezzarsi, mentre le fondazioni rigide in cemento (usate in epoca moderna) tendono a creparsi. Inoltre, gli edifici veneziani sono spesso costruiti con materiali leggeri (come mattoni e legno) per non sovraccaricare il sistema.
Un esempio pratico
Pensa alla Basilica di Santa Maria della Salute: questo imponente edificio barocco poggia su oltre un milione di pali di legno. La sua cupola e il suo peso sarebbero insostenibili su un terreno normale, ma il sistema di pali e il caranto sottostante garantiscono stabilità da oltre 400 anni.
Curiosità
• Manutenzione: Anche se i pali sono incredibilmente durevoli, l’erosione causata dalle maree moderne e l’aumento del livello del mare stanno mettendo a rischio alcune zone di Venezia. Questo è un problema recente, non legato al sistema originale.
• Sostenibilità antica: I veneziani sfruttavano le foreste delle Alpi e trasportavano i tronchi via fiume fino alla laguna, un processo che oggi sarebbe considerato un’impresa logistica straordinaria.
Commenti
Posta un commento