La Fiat Campagnola è stata un pilastro dell'ingegneria automobilistica italiana, capace di lasciare un segno duraturo nonostante le sfide iniziali sul mercato civile. La sua eredità vive nei ricordi e nei veicoli ancora in circolazione
La Fiat Campagnola nasce all'inizio degli anni '50, in un'Italia post-bellica che necessitava di veicoli robusti e versatili. Il Ministero della Difesa italiano, nel 1950, indisse un bando per un fuoristrada leggero che sostituisse le Jeep Willys lasciate dagli Alleati, ormai obsolete. Fiat, sotto la guida dell'ingegnere Dante Giacosa, già lavorava in segreto a un progetto simile, denominato inizialmente "Alpina" (poi cambiato in "Campagnola" per enfatizzarne l'uso civile e agricolo, evitando richiami militari troppo marcati). Nel 1951, la Fiat presentò il modello AR51 (Autoveicolo da Ricognizione 1951), che vinse il confronto con l'Alfa Romeo 1900M "Matta" grazie a costi di manutenzione inferiori e semplicità costruttiva. La produzione iniziò nello stesso anno, con versioni sia militari che civili.
Nel 1974 arrivò la "Nuova Campagnola" (Fiat 1107), un'evoluzione più moderna con scocca portante e sospensioni indipendenti, prodotta fino al 1987. Questo modello fu un successo sia per l'esercito (AR76) sia sul mercato civile, diventando un simbolo della capacità italiana di coniugare robustezza e semplicità.
Caratteristiche tecniche
Prima generazione (AR51/AR59, 1951-1973)
- Motore: Benzina 1.9L (1901 cc), 53 CV (poi 63 CV nell'AR59), derivato dalla Fiat 1400/1900, depotenziato per affidabilità. Dal 1953, anche diesel 1.9L da 40 CV (poi 47 CV nella versione B del 1960), con consumi di circa 15 km/l.
- Trazione: Posteriore con anteriore inseribile e marce ridotte; differenziali bloccabili manualmente per il massimo grip.
- Sospensioni: Anteriori indipendenti con molle elicoidali, posteriori ad assale rigido con balestre.
- Dimensioni: Lunghezza 3,7 m, peso circa 1300 kg.
- Velocità massima: 116 km/h (benzina), 90 km/h (diesel).
- Impianto elettrico : 24V con due batterie in serie, aggiornato nell'AR59 con componenti stagni per uso militare.
- Innovazioni: Sospensioni anteriori indipendenti (rare per l'epoca) e robustezza del telaio a longheroni.
Nuova Campagnola (1107/AR76, 1974-1987)
- Motore: Benzina 2.0L (80 CV, derivato dalla Fiat 131/132) o diesel 2.4L Sofim (72 CV dal 1979). Cambio a 5 marce (dal 1979).
- Trazione: Posteriore con anteriore inseribile, riduttore corto (3.87:1), differenziali autobloccanti (optional su civile, di serie su AR76).
- Sospensioni: Indipendenti a barre di torsione su tutte le ruote, con doppio ammortizzatore al posteriore.
- Dimensioni: Lunghezza 3,775 m, larghezza 1,58 m, altezza 1,898 m, peso 1670 kg (benzina) o 1820 kg (diesel).
- Velocità massima: 120 km/h (benzina), 95 km/h (diesel).
- Struttura: Scocca portante con longheroni a "doppia C", una novità rispetto al telaio separato della prima generazione.
La Campagnola ebbe una ricezione contrastante. La prima generazione (1951-1973) fu un successo militare: l'AR51 e le sue evoluzioni (AR55, AR59) equipaggiarono l'Esercito Italiano, i Carabinieri e altri corpi, grazie alla semplicità e alla robustezza. Sul mercato civile, però, il costo elevato (paragonabile a una berlina di lusso) e i consumi del motore a benzina (circa 5 km/l) limitarono la diffusione iniziale. L'introduzione del diesel nel 1953 migliorò le vendite, rendendola appetibile per agricoltori e aziende rurali, con circa 39.000 unità prodotte, di cui 7.783 diesel.
La Nuova Campagnola (1974-1987) consolidò il successo. Fu adottata dall'Esercito (AR76), da enti come l'Enel (per la manutenzione della rete elettrica) e persino dalla Santa Sede (un esemplare bianco fu il "Papamobile" di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI). Sul mercato privato, conquistò chi cercava un fuoristrada puro, competendo con Jeep CJ-7, Land Rover Series III e Toyota Land Cruiser. La collaborazione con Zastava (ex Jugoslavia) portò all'export del modello 1107 JD, mentre Renault ne costruì una versione (TRM 500) per l'esercito francese, sebbene senza vincere il bando principale. La produzione cessò nel 1987 senza un erede diretto, ma il nome tornò nel 2008 con l'Iveco Massif, un discendente spirituale.
Successi
- Raid Algeri-Città del Capo (1951): Due Campagnola attraversarono l'Africa in 11 giorni, 4 ore e 54 minuti, stabilendo un record imbattuto. Guidate da Paolo Butti e Domenico Racca, dimostrarono l'affidabilità del mezzo in condizioni estreme.
- Versatilità militare: Dalle versioni aviolanciabili (AR59 B202) a quelle cannoniere (AR59 206), la Campagnola fu adattata a molteplici ruoli.
- Icona culturale: Apparve in film, trasmissioni RAI (come "Viaggio nella valle del Po" di Mario Soldati) e divenne simbolo di un'Italia operosa e rurale.
- Longevità: Ancora oggi, è apprezzata da collezionisti e usata in contesti rurali o fuoristradistici.
Notizie sui costruttori
Il progetto fu guidato da Dante Giacosa, ingegnere capo della Fiat e mente dietro molti successi dell'azienda (come la 500). Giacosa, con il suo team, si ispirò alla Jeep Willys, ma adattò il design alle esigenze italiane, privilegiando semplicità e costi contenuti. Per la Nuova Campagnola, Fiat collaborò con Renault (TRM 500) e Zastava (1107 JD), mostrando una visione internazionale. La produzione avvenne negli stabilimenti Fiat di Torino, con contributi di fornitori come Carello (per la fanaleria stagna) e Sofim (per il diesel 2.4L). Dopo il 1987, il gruppo Fiat passò il testimone a Iveco, che rilanciò il nome Campagnola con il Massif nel 2008, prodotto in Spagna.
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