𝟏𝟖 𝐍𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟏𝟑𝟎𝟕 | 𝐆𝐮𝐠𝐥𝐢𝐞𝐥𝐦𝐨 𝐓𝐞𝐥𝐥 𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐥𝐚

L'episodio in cui Guglielmo Tell colpisce con una freccia una mela posta sulla testa del figlio avvenne il 18 novembre 1307. La leggenda di Guglielmo Tell è uno dei miti fondanti della Svizzera, ma la sua veridicità storica è oggetto di dibattito. 

Tell, condannato dal balivo Gessler per non aver rispettato il cappello imperiale, accettò di eseguire la prova per salvare se stesso e il figlio Gualtiero. Con un tiro preciso, centrò la mela, ma rivelò di avere una seconda freccia per colpire Gessler se avesse fallito. Questo gesto divenne simbolo della lotta per l'indipendenza svizzera.

Guglielmo Tell è descritto come un abile arciere del cantone di Uri, noto per la sua resistenza contro il dominio austriaco. La narrazione più famosa racconta che, per punizione dopo aver disobbedito al balivo Gessler, Tell fu costretto a colpire una mela posta sulla testa del figlio. Con un tiro preciso, riuscì nell'impresa, ma rivelò di avere una seconda freccia pronta per colpire Gessler nel caso avesse fallito.

Nonostante la popolarità della storia, non ci sono prove concrete dell'esistenza di Guglielmo Tell come persona reale. Gli storici non hanno trovato evidenze che confermino la sua vita o le sue gesta come descritte nella leggenda. La figura di Tell potrebbe essere stata ispirata da tradizioni orali e miti nordici, e il tema del colpo alla mela è presente in diverse culture.

La leggenda di Guglielmo Tell ha avuto un impatto significativo sulla cultura svizzera e sull'idea di indipendenza. È diventato un simbolo di resistenza contro l'oppressione e ha ispirato numerose opere letterarie e artistiche, tra cui il dramma di Friedrich Schiller. La sua figura è associata alla lotta per l'autonomia dei cantoni svizzeri contro gli Asburgo nel XIV secolo, riflettendo il desiderio di libertà del popolo elvetico