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Nel novembre 1988, l'Unione Sovietica lanciรฒ la navetta Buran dal cosmodromo di Baikonur. Questo volo dimostrรฒ un successo tecnologico notevole, con la navetta che ha completato due orbite attorno alla Terra e un atterraggio automatico perfetto, nonostante non avesse equipaggio nรฉ carico utile. I costi eccessivi e la situazione politica dell'allora URSS decretarono la fine di quei programmi spaziali.


Articolo apparso su "Le Scienze" n48 1989


Il programma spaziale sovietico aveva vito una presenza umana quasi continua nello spazio dal 1977, con la stazione spaziale Mir che ha completato 330 orbite nel 1988 e stabilito record di permanenza per i cosmonauti. Negli anni precedenti, la mancanza di informazioni ufficiali aveva reso difficile comprendere l'ampiezza delle attivitร  sovietiche, ma con la politica della glasnost', vi fu una maggiore trasparenza.

Nel 1987, i lanci spaziali sovietici rappresentarono il 86% del totale mondiale, con 95 razzi lanciati rispetto agli otto statunitensi. La diversitร  dei razzi sovietici, molti dei quali derivano da missili balistici, aveva permesso un'operativitร  continua e affidabile. Il razzo Energija, introdotto nel 1987, era in grado di trasportare carichi fino a 100.000 chilogrammi in orbita bassa

L'infrastruttura spaziale sovietica era supportata da una rete complessa di impianti per la progettazione, produzione e lancio di satelliti e razzi. Anche se il ritmo dello sviluppo tecnologico fosse piรน lento rispetto agli Stati Uniti, l'impegno costante portรฒ allo sviluppo di un robusto sistema di trasporti spaziali.




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